Giornata Internazionale contro la corruzione: l’Italia e il decreto legislativo 231/2001

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giornata internazionale contro la corruzione IL D.LSG 231/2001

Giornata internazionale contro la corruzione: il D.Lgs. 231/2001

Il 9 dicembre è la giornata internazionale contro la corruzione. La corruzione è sicuramente una infida piaga della realtà italiana, ma che trova purtroppo riscontro anche a livello internazionale e con particolare presa su alcuni stati.

Un’emergenza così sentita da dover adottare normative ad hoc in diversi Protocolli e Convenzioni internazionali, come ad esempio la “Convenzione OCSE sulla lotta alla corruzione dei pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali” del 1997, fino ad arrivare al 31 ottobre 2003 quando l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione. Quest’ultima mira a promuovere un approccio globale e multisettoriale per prevenire e combattere il fenomeno, prevedendo  misure di prevenzione e la criminalizzazione delle principali forme di corruzione e creando una piattaforma comune che rafforzi la collaborazione tra la polizia e la magistratura per l’arresto e l’estradizione dei colpevoli.

L’Italia e l’anticorruzione: il Decreto Legislativo 231/2001

Molti e ulteriori sforzi sono stati compiuti a livello internazionale, ma anche l’Italia, nella sua normativa locale, ha adottato misure volte a contrastare la corruzione. Tra queste non si può non menzionare il d.lgs. 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Questa norma introduce un importante e nuovissimo concetto di responsabilità alieno al panorama giuridico dell’Europa continentale. Infatti crea una responsabilità che, nell’interpretazione avanzata nella Relazione Ministeriale al Decreto, è inquadrata come un tertium genus che coniuga i tratti essenziali del sistema penale e del sistema amministrativo. Una forma ibrida che comunque crea una responsabilità con caratteri penali nei confronti di una persona “non fisica”, facendo venir meno quell’incrollabile principio rappresentato dal famoso brocardo latino “societas deliquere non potest”.

Giornata internazionale contro la corruzione: la responsabilità degli enti

Infatti il d.lgs. 231/2001 introduce una responsabilità, autonoma e diretta, degli enti derivante dalla commissione di alcuni reati compiuti nel loro interesse o a loro vantaggio da soggetti qualificatamente inseriti nell’organizzazione. In particolare alla sua nascita era previsto un ristretto catalogo di reati contro la Pubblica amministrazione che bene mette in luce le finalità di tale decreto. Successivamente la rosa di reati-presupposto è stata enormemente allargata comprendendo fattispecie relative alla corporate criminality, alla sicurezza sul lavoro ed ambientale, alla criminalità organizzata e molti altri reati. Ma la finalità anticorruttiva non è mai venuta meno, come ben si può desumere da modifiche al d.lgs 231/2001 anche molto recenti, come quelle apportate dalla Legge 9 gennaio 2019, n. 3 “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici” (c.d. “Legge Anticorruzione”) attraverso la quale sono state introdotte rilevanti novità sul fronte della prevenzione e del contrasto alla corruzione nella Pubblica Amministrazione. Ma non solo, la 231 si è dimostrato uno strumento utile anche a contrastare i reati di stampo mafioso, tanto da prevedere nel D.L. 152/2021 che l’adozione o l’implementazione del modello organizzativo della D.Lgs. 231/2001 possa agevolare il rilascio dell’informazione antimafia liberatoria.

Il d.lgs. 231/2001: come si contrastano i reati di corruzione?9

Ma all’atto pratico, cosa prevede la 231 per contrastare la commissione di tali reati? Il decreto individua come causa esimente, vale a dire come causa che esonera l’ente dalla responsabilità, il fatto che l’ente stesso abbia “adottato ed efficacemente attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi”. Senza entrare nei dettagli, la 231 non prevede alcun obbligo, ma incentiva gli enti ad adottare modelli organizzativi di prevenzione dei reati che permettano di beneficiare di un possibile esonero di responsabilità. E tale incentivo sembra avere avuto particolare successo alla luce della diffusa applicazione di tali modelli organizzativi, oltre che al crescere della consapevolezza riguardo la sua utilità per efficacia e prevenzione.

La strada da compiere è sicuramente ancora lunga, ma la creazione di una cultura anticorruzione (anche indotta) negli Enti è sicuramente un passo importante che era necessario compiere e che è stato richiesto da più parti a livello europeo ed internazionale allo Stato italiano.

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L'autore
Mattia Caserini
Mattia Caserini
Esperto Privacy e 231
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